E' sempre più frequente, tra gli #adolescenti, l'uso dei #social come principale strumento di comunicazione. Tramite i social i più giovani riescono ad esprimersi, a mettersi in contatto con i propri coetanei e ad entrare in relazione con l'altro.
Sappiamo bene però, che lo schermo è uno strumento "freddo" rispetto all'intero mondo delle #emozioni che soprattutto in adolescenza dominano i ragazzi. E allora dove si concentrano tutte queste emozioni? Quando non trovano un giusto canale di espressione, spesso vengono trattenute oppure si rivelano all'interno di esplosioni di impulsività o aggressività.
Naturalmente i social sono uno strumento limitato e limitante per entrare in autentica relazione con l'altro ed è molto importante capirne le conseguenze che questo può avere sull'intero sviluppo psicoaffettivo del ragazzo.
Una conseguenza negativa è proprio il #cyberbullismo, ossia una forma di #bullismo condotto attraverso strumenti telematici, principalmente Internet.
Ma come nasce? chi sono i cyberbulli e chi le #vittime del cyberbullismo?
Innanzitutto è importante sottolineare che ogni bambino, sin dai primi movimenti vitali all'interno dell'utero, ha una "spinta vitale" a sperimentare il mondo, a fare esperienza di ciò che lo circonda. Questa spinta vitale, se non viene trasformata in esperienza, a causa spesso dei timori e dell' #ansia dei genitori nei riguardi dei figli e nella dunque iperprotezione nei loro confronti, può far sperimentare nel bambino forti sentimenti di rabbia, in quanto la "spinta vitale" è trattenuta.
Questo può condurre a tre conseguenze molto importanti nel bambino e futuro adolescente:
1) IPERAZIONALIZZAIONE: tipica di bambini che sembrano avere pensieri da adulti, bambini che utilizzano la logica per comprendere il mondo già in tenera età. Con questa modalità il bambino si difende dalle esperienze emotive che non riesce a contenere. Non avendo infatti, fatto mai esperienza del mondo, sente le emozioni come minacciose e ha imparato che esprimerle può essere pericoloso; ciò che utilizza è quindi il pensiero logico come difesa.
2) DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO: la difficoltà di esprimere le proprie emozioni potrebbe essere manifestata anche tramite disturbi dell'apprendimento. Questi disturbi sono notevolmente aumentati anche in conseguenza al metodo e allo stile di apprendimento che negli anni è notevolmente mutato, diventando sempre più legato al digitale.
4) SOMATIZZAZIONI: quando la "spinta vitale" è trattenuta, il bambino, già nel corso della scuola elementare, tende a spostare sul corpo ciò che non riesce a verbalizzare. In questo modo la paura può diventare un mal di testa o febbre e la rabbia mal di stomaco. Per questi bambini è davvero complicato entrare in relazione con l'altro e spesso di chiudono in se stessi, evitando tramite la #somatizzazione, anche occasioni di incontro sociale come feste, gite ecc...
Le somatizzazioni, in qualità di meccanismo di difesa del bambino per evitare il contatto con l'altro, si possono trasformare in #ritiro sociale dell'adolescente che trascorre la maggior parte del tempo a casa, spesso nella sua camera, saltando talvolta anche i pasti e concentrandosi sui videogiochi. In questo caso la "spinta vitale" a sperimentare il mondo è completamente trattenuta e si trasforma in rabbia intensa, sfogata principalmente attraverso "giochi spara tutto".
Quando questa rabbia viene invece proiettata all'esterno, l'adolescente riesce a immettersi nel mondo social, ma le aspettative di questi ragazzi sono solo quelle di incontrare un possibile persecutore, ossia il cyberbullo, in questo modo loro potrebbero diventare vittime di cyberbullismo. Questa diventa una "profezia che si autorealizza", ovvero che si avvera per il solo fatto di essere stata pensata. L'adolescente infatti teme proprio di incontrare un persecutore, sua paura più grande, che diviene a volte realtà divenendo bersaglio di qualcuno (cyberbullo) che manifesta intensamente la sua rabbia interiore, scagliandola verso gli altri, in quanto è impossibile da contenere diversamente.
Tutte queste #dinamiche #relazionali è importante inquadrarle all'interno di una fase evolutiva delicata e particolare quale quella dell'#adolescenza.
Sentimenti di rabbia, paura e timori legati alla propria identità, sono tipici di questa fase evolutiva. Anche sentimenti di tristezza e angoscia, che potrebbero far pensare alla depressione, sono sempre più i aumento tra i giovani.
E' importante sottolineare che la #depressione in adolescenza è inevitabile. In questo caso parliamo di depressione in quanto capacità di sopravvivere al lutto e alla separazione, quella separazione che l'adolescente compie sia dal suo corpo che si trasforma e sia dai suoi genitori, per effettuare il passaggio graduale alla vita adulta e al mondo dei pari.
In conclusione possiamo dunque affermare che il processo della depressione, non intesa qui come malattia, è dunque essenziale ed inevitabile in adolescenza. Imparare a convivere con queste emozioni è molto più importante che affrontarle.
Sentimenti di #paura, #rabbia e #tristezza, devono trovare un valido contenitore per non essere agite in condotte pericolose per il ragazzo, ed è importante evidenziare come tali condotte potrebbero essere già prevedibili dall'infanzia, da come il bambino impara o meno a fare esperienza del mondo, in un ambiente sicuro e protettivo per lui e per la sua crescita emotiva.
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